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PROBLEMI DI STAGIONE

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(Foto Carlotta G.)

Sto iniziando ad odiare profondamente i calendari dell’avvento. Da un paio d’anni o giù di lì, prima non era mai capitato. Ricordo il mio di quando ero piccola, un cartoncino di non so quali dimensioni reali, né troppo grande né troppo piccolo. Il tema natalizio, gli angioletti e la cometa e le immancabili ventiquattro finestrelle. Il rito quotidiano di aprirne una, con il solo scopo di vedere cosa sarebbe comparso e l’emozione crescente del conto alla rovescia…meno tre, meno due, meno un giorno al Natale, alla festa, ai regali.

Ho iniziato a guardarli malamente quando, un paio di anni fa, mia suocera era comparsa con un calendario “nuova versione”, regalato da una conoscente per il bambino: le ventiquattro finestrelle prevedevano la scoperta quotidiana di ventiquattro cioccolatini, tra l’altro di discutibile qualità. La creatura aveva tre anni, non era ancora troppo consapevole di certi fatti della vita, e io il calendario l’ho fatto semplicemente sparire. L’anno scorso ne avevo comprato io uno “old style”, che piaceva ad entrambi, e il rito delle finestrelle senza dolcetti o regalini vari mi era tornato a piacere.

Purtroppo io non sono tipo da bricolage (o “basteln”, come dicono da queste parti), i manufatti home made per me sono un mistero insondabile, potrei farli solo di generi alimentari, ma ricadremmo nel problema di cui sopra. Mio figlio da settimane faceva il possibile e l’impossibile per attrarre l’attenzione all’ulteriore evoluzione del male assoluto: i calendari dell’avvento con regalino accluso. Non un semplice cioccolatino, ma addirittura un regalo vero: un Lego, un Playmobil. Piuttosto la morte.

Pochi giorni fa il Marito si è presentato a casa con un cubo di cartoncino rosso, questa volta cioccolato teoricamente di qualità, ricevuto in omaggio al lavoro. Non so perché, ma a me ‘sta cosa che ogni mattina tu ti debba mangiare il dolcetto prima di arrivare al Natale sembra proprio l’incarnazione del male assoluto. E non sono certo un’estremista su certe cose. Una volta il Natale era LA META. Adesso è tutto annacquato, nessuno può attendere un mesetto prima della soddisfazione dei propri desideri, o presunti tali. Tutto subito, svenduto al miglior offerente, giusto per spillare pochi o tanti soldi, e arrivare al giorno fatidico ormai satolli o assuefatti a qualsiasi sorpresa, regalo, augurio. A che serve, abbiamo già avuto il tempo di farci venire la nausea da cioccolato e la noia a giocare con i regalini intermedi.

Ieri pomeriggio ho preso mio figlio e siamo andati insieme (in ritardo sulla tabella di marcia, naturalmente) in un grande magazzino, alla ricerca di un calendario che stesse adeguatamente appeso sopra il letto, a tema natalizio e con le ventiquattro finestrelle rigorosamente in solo cartoncino colorato, 100% riciclabile, senza generi commestibili né altre diavolerie all’interno.

Adesso giuro che al prossimo che arriva con qualcosa di sovrabbondante, sparo direttamente, altro che a Natale siamo tutti più buoni.


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